Stefano
Arienti
Stefano Arienti ha frequentato l’ambiente artistico italiano, assieme ad altri giovani artisti, nel momento di rinnovamento successivo alle stagioni dominate dall’Arte Povera e dalla Transavanguardia. La sua distintiva rielaborazione di materiali e oggetti quotidiani – enciclopedie, carta, cartoline, polistirolo, stoffa e plastilina – si combina con un profondo interesse per i concetti di meraviglia e interazione da parte dello spettatore.
Nato ad Asola (Mantova) nel 1961, dal 1980 si trasferisce a Milano, dove risiede. Laureato in Scienze Agrarie nel 1986 con una tesi di virologia, ha viaggiato soprattutto in Europa, Nord America e Asia, partecipando a programmi di residenza per artisti a San Francisco, Boston e San Antonio (USA), Nuova Dehli (India) e Clisson (Francia). Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti Giacomo Carrara di Bergamo e all’Università IUAV di Venezia.
Opera
Aperta
Opera Aperta:
sperimentazione artistica nel respiro del pubblico
Opera Aperta è un chiaro omaggio all’intuizione di Umberto Eco: l’arte vive nel respiro del pubblico. Attraverso le sue sperimentazioni, Arienti sfida le concezioni tradizionali mostrando come mondi apparentemente distanti possano incontrarsi in chiave artistica.
Alla stregua di una conchiglia rara sulla spiaggia, il suo lavoro invita l’osservatore a trovare lo straordinario nell’ordinario. Come un libro esiste se qualcuno lo legge, un’opera d’arte è tale, anzi comincia a essere tale, quando qualcuno la osserva e desidera.
In dialogo tra cultura
e sistema d’impresa
Partendo da un lavoro di partecipazione e condivisione dell’artista con i dipendenti di Marca Corona, Opera aperta illustra il profondo dialogo tra la sfera culturale e il tessuto imprenditoriale, dando vita a un percorso narrativo che si snoda tra l’interno e l’esterno degli spazi aziendali. Il presupposto essenziale racchiude la concezione di prodotto artistico in relazione a chi ne fruirà: l’opera-cultura prende vita attraverso chi la vive e interpreta.
Narrazione espositiva
Stefano Arienti si insinua nell’indagine novecentesca che trova, nell’ampliamento del pubblico, un momento di crescita e rivoluzione. L’artista ha infatti esposto in prestigiose istituzioni mondiali, spaziando da luoghi emblematici italiani come il Museo MAXXI di Roma al prestigioso Museo Isabella Stewart Gardner a Boston, passando per le Biennali di Venezia, Istanbul e Gwangju.
Nella mostra “Opera Aperta”, Arienti ripercorrerà anche alcune tappe della sua evoluzione artistica, esibendo pezzi iconici quali le Turbine, le Formelle, le Alghe e le Meridiane, dando vita a un ponte tra la sua tradizione sperimentale e la contemporaneità.
Maria Vittoria Baravelli
Curatrice d’arte e di fotografia, ama raccontare il mondo della cultura alle nuove generazioni attraverso i canali social, perché nulla del nostro patrimonio possa essere dimenticato. Dal 2018 è membro del consiglio d’amministrazione del Mar, il Museo d’Arte della città di Ravenna; dal 2023 nella giuria del Premio Lucio Dalla, indirizzato ai nuovi talenti. Da anni cerca di far dialogare il mondo delle imprese con quello dell’arte e della fotografia come nel caso di Barilla, Mondadori e Marca Corona. Per l’agenzia fotografica del gruppo Mondadori, dal 2022 si occupa della valorizzazione e divulgazione di alcuni archivi storici tra cui l’archivio di Marisa Rastellini e sarà la curatrice della mostra dedicata al centenario di Mario De Biasi. Ha scritto e scrive per Il Corriere della Sera, Exibart, Artribune e Posh.
Ha una rubrica fissa sul mensile Marie Claire Maison in cui racconta come arredare i nostri luoghi del cuore, con opere d’arte che ci rappresentano.